venerdì 4 aprile 2014

Ryla by Alessandro Neri

RYLA: un’esperienza da vivere!

Non è mai semplice descrivere le emozioni e, quando si tenta di rappresentarle, spesso il lettore non riesce a cogliere gli stati d’animo con cui esse sono state vissute. Recentemente ne ho provata una, che rimarrà per sempre un capitolo importante della mia vita. Penso che molti dei lettori abbiano sentito parlare di un’associazione chiamata Club Ryliani ma, per chi non sapesse di cosa si tratta, quest’articolo è ciò che fa per voi.
La prima volta che ho conosciuto Davide Longoni, ricordo che mi aveva menzionato un evento a cui aveva partecipato e, ciò che mi aveva più stupefatto del suo racconto, era il modo in cui l’aveva descritto. Nato con indole curiosa mi sono informato a riguardo e quest’anno, avendo avuto la possibilità di aderire, decisi di cogliere la palla al balzo. Sorgevano però molte domande e preoccupazioni, ad esempio cosa mi attendesse o chi avrei incontrato al mio arrivo e, per queste ragioni, non nego di aver provato agitazione. Giunto al luogo dell’incontro mi sono dovuto ricredere: catapultato in una piacevole “convivenza forzata” con un compagno di camera, Federico, dopo poche ore ho incontrato ragazzi provenienti da città poco distanti dalla mia, con cui ho subito allacciato un rapporto d’amicizia. Con mia grande sorpresa ho anche appreso che il RYLA non è esclusivo per i giovani provenienti dal Distretto, ma anche aperto a ragazzi di altre nazionalità e a membri non Rotaractiani. Oltre ad essi, ho allacciato i rapporti con quattro docenti, con i quali ho intrapreso un percorso formativo, tramite quotidiane lezioni frontali. Il tema cardine di quest’anno era “Il team-working eccellente” e, da studente di Medicina, sono stato subito attratto da quest’argomento perché, nella mia professione, è fondamentale sapersi rapportare a un’equipe di colleghi. Così, dopo un breve discorso d’apertura tenuto delle autorità Rotariane e del nostro Rappresentante Distrettuale Jonathan Bessone, mi sono ritrovato a seguire spiegazioni sul “Public speaking”, problem solving, negoziazione e gestione delle emozioni all’interno di un team. Le lezioni frontali erano intervallate da prove pratiche in cui ci siamo confrontati e abbiamo messo in pratica ciò che ci era stato spiegato. A metà settimana fu, per la prima volta, proposto un evento fuori dalle mura dell’aula: dopo ore di coda, in attesa di poter raggiungere il capoluogo ligure, siamo stati accolti una giornata di sole raggiante e da un gruppo di giovani che in comune avevano la passione per il mare. Una volta divisi in squadre e assegnati a un responsabile, abbiamo preso le redini di un’imbarcazione e ci siamo cimentati in una regata. Oltre a rafforzare lo spirito agonistico, la competizione aveva lo scopo principale di far emergere lo spirito di leader in ognuno di noi e di saper lavorare assieme: su una nave ogni membro dell’equipaggio ha un ruolo ben preciso, che deve portare a termine nel miglior modo possibile, così che tutti i membri dell’equipaggio possano raggiungere la vittoria.
Il RYLA però non è stato solo un modo per apprendere nuovi concetti e metterli in pratica entrando nei panni di Francesco de Angelis, ma anche una settimana di divertimento. L’unico stato d’animo non presente all’appello era la noia: le sere erano un’occasione per improvvisare salotti nella hall dell’albergo, rafforzare rapporti d’amicizia scambiandosi esperienze e opinioni, cenare in ristoranti del centro città o divertirsi danzando. Posso affermare, dunque, che questa è stata un’esperienza completa sotto ogni punto di vista, di cui sono rimasto pienamente entusiasta. Tutto questo è stato reso possibile grazie alle persone che ho incontrato nel mio cammino, ma soprattutto alla Presidentessa Eliana Baici e a tutto il Consiglio Direttivo del mio Club Padrino: grazie al Vostro impegno e ai sacrifici a cui siete andati incontro, ci avete regalato la possibilità di intraprendere un cammino che resterà per sempre nella mia memoria.
Vi invito dunque di proseguire in questa direzione, in modo che future generazioni di giovani Rotaractiani abbiano la possibilità di crescere e vivere un’esperienza di vita forte. Esorto anche voi, giovani lettori, a non farvi prendere dalla timidezza e dalla paura, e spero queste parole possano aver evidenziato le emozioni che i nostri coetanei ed io abbiamo provato vivendo a stretto contatto per soli cinque giorni: ritagliatevi dunque una settimana e di buttarvi in un’esperienza di vita così intensa e che, comunque vada, vi farà cadere sempre in piedi.



Alessandro Neri

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